A ven Gilind! A ven Gilind!
Mai sentita questa espressione? Eppure nelle case langarole d’un tempo, doveva suonare abbastanza comune.
A ven Gilind, viene Gelindo: il primo, solertissimo pastore che – secondo la leggenda – si precipitò alla grotta di Betlemme per adorare Cristo, là dove la stella cometa indicava la nascita di un portento.
![Il pastore Gelindo rappresentato a teatro](http://blog.langadelsole.it/wp-content/uploads/2020/12/gelindo-teatro-800x600.jpg)
Che belle le tradizioni popolari!
Anche quando si parla di prodigi e figli di Dio, c’è sempre un brav’uomo artefice di un evento minore, le cui gesta umili, però, vengono celebrate al pari di quelle dei protagonisti, segno evidente che le sorti del mondo non sono prerogativa dei potenti, ma partecipazione attiva e appassionata anche dei semplici.
![Locandina di una rappresentazione teatrale di Gelindo](http://blog.langadelsole.it/wp-content/uploads/2020/12/gelindo-1.jpg)
Gelindo – un nomen omen a quanto sembrerebbe – fu soprattutto personaggio teatrale. La sua storia commovente e quotidiana era rappresentata durante le feste natalizie in centinaia di paesi, dalla cima dei monti alle pianure, dalle cittadine borghesi ai borghi sperduti sulle Langhe. A far di Gelindo una bella storia non era solo la sua estrazione sociale, ma il fatto che il pastore fosse piemontese: un piemontese in Terra Santa durante l’avvenimento più importante della storia, mica male!
Il “teatro” di Gelindo si svolgeva un po’ ovunque, ovviamente in dialetto. Soprattutto, veniva rappresentato nelle parrocchie – sempre pronte a glorificare gli umili partecipanti dell’assemblea ecclesiastica – e anche nelle stalle delle cascine, luogo ideale per mettere in scena la storia di Gesù Bambino, e passare qualche ora spensierata.
I copioni che ci sono giunti appartengono al genere della commedia semi-drammatica dalle origini riconducibili al Monferrato del XVII secolo. Hanno però tutti uno svolgimento simile: Gelindo è un bunom bonaccione e ignorante, sincero e buono come il pane. Incontra Giuseppe e Maria a Betlemme e, vedendoli nel bisogno, non si tira indietro. Trova loro un alloggio per la notte in una grotta, dove potersi scaldare grazie al calore deli animali. Ma l’arrivo della cometa gli svelerà che la partoriente è una donna davvero speciale e – dopo varie peripezie – riuscirà ad essere il primo uomo ad inchinarsi di fronte a suo figlio.
Le riscritture di Gelindo sono numerose e variano a seconda della zona in cui venivano rappresentate. A volte sono solo canovacci su cui gli attori improvvisavano battute comiche. Ancora oggi però, Gelindo fa parte della tradizione piemontese e, in alcuni paesi delle Langhe, qualche compagnia teatrale ne rispolvera la storia e – orgogliosamente – attribuisce a Gelindo il compito di essere il primo cristiano (e piemontese!) ad aver accolto il Signore sulla Terra!
![](http://blog.langadelsole.it/wp-content/uploads/2019/02/Logo-Langa-del-Sole.png)
Post a cura della Redazione di Langa del Sole