Langhetti o langaroli

Langhetti o langaroli?

Se siete abitanti delle Langhe, non avrete dubbi nell’utilizzare l’una e l’altra variante, capendo al volo il contesto e la particolare accezione che la parola porta con sé?

Tuttavia, se non siete di queste parti, ecco il bell’articolo scritto da Jeremy Parzen (wine blogger statunitense) che, con semplicità ma rigore, fa il punto sulla questione.

Ecco l’articolo pubblicato su gentile concessione di Tenuta Carretta, che ospita l’originale.


[Durante le mie ricerche sull’origine del nome Cannubi (celebre vigneto di Barolo ndr)] …mi sono reso conto che c’è un po’ di confusione su quale sia il termine più corretto per indicare gli abitanti delle colline delle Langhe: langhetti o langaroli?

In base alla mia personale esperienza posso dire che chi vive in Langa si autodefinisce langhetto. Tuttavia usano langarolo come aggettivo toponomastico. Per fare un esempio, si dice tradizione langarola quando ci si vuole riferire ad una tradizione delle Langhe.

Tuttavia gli italiani che non sono piemontesi utilizzano langarolo sia per indicare gli abitanti che come aggettivo per tutto ciò che appartiene alla cultura delle Langhe.

Negli ultimi giorni mi sono dedicato ad analizzare i diversi casi in cui questi due termini vengono usati. Ed ecco cos’ho scoperto.

Nella versione online del dizionario Treccani compare la parola langarolo ma non langhetto (per chi non conoscesse l’Enciclopedia o il Dizionario Treccani stiamo parlando di una delle più autorevoli fonti di informazione sui temi della lingua italiana, della storia e della cultura. La sua versione online è una vera manna dal cielo!).

Nel suo libro del 2005 Quando inglesi arrivare noi tutti morti: cronache di lotta partigiana(Blu Edizioni), AdrianoBalbo afferma che langhetto è la versione dialettale di langarolo (questo libro è una cronaca della Resistenza in Piemonte durante la Seconda Guerra Mondiale ed il suo titolo ironizza sulla pronuncia degli inglesi quando parlano l’italiano).

Ho trovato anche una fonte che sostiene che il termine langhetto si possa utilizzare per riferirsi a qualcuno molto astuto che si distingue per intelligenza ed abilità (ad esempio nel gioco delle carte). Tuttavia bisognerebbe indagare ulteriormente su questo significato.

Nessuno ancora conosce con certezza l’origine della parola Langhe o Langa. Molti langhetti credono che Langhe significhi lingua (di terra), forse per la sua assonanza con lingua, ma nessun dizionario di toponomastica o di etimologia supporta questa (molto probabilmente errata) teoria.

Alcuni filologi sostengono che si tratti di un termine di derivazione celtica o forse Ligure. Ma esistono anche teorie che riportano le sue origini alla famiglia delle lingue indoeuropee.

Durante le ricerche sulla differenza tra langhetti e langarolo, mi sono imbattuto anche in quella che è forse la prima menzione scritta di “Langhe” risalente al XIV secolo. Si tratta di un passo tratto dal Cronica Imaginis Mundi di Iacopo d’Acqui che racconta di Alba (la capitale delle Langhe e delle colline del suo circondario):

In muntibus Albe, ubi dicitur Langhe

che può essere tradotta così:  “fra le colline di Alba, dette Langhe”


UNA NOTA SU LANGHETTO

All’articolo di Jeremy Parzen, possiamo aggiungere solo qualche nota.

Langhetto non è solo il modo con cui gli abitanti delle langhe sono soliti chiamarsi (in piemontese si usa il termine langhet), ma è un aggettivo che possiede una precisa sfumatura di significato, e non propriamente positiva.

Langhetto possiede infatti una sfumatura rustica, ironica, contadina, di profonda connotazione campagnola, in opposizione netta con “cittadino”, “urbano”. Langhetto è chi vive e cresce nelle langhe, in una condizione di subalternità rispetto ai centri di potere o di elaborazione della cultura. Questo svantaggio però può essere trasformato in orgoglio identitario, ed è per questo che langhetto è passato nell’uso della gente locale per autodescriversi: da forma di scherno, se non dispregiativa, (sei proprio un langhetto!) ad autoaffermazione: siamo langhetti, neh!


Foto di copertina di Aldo Agnelli