Langhe abitanti bosco

L’articolo che leggerete è un estratto dal bel libro di Roberta Ferraris, Alla scoperta delle Langhe, pubblicato da Fusta Editore, che pubblichiamo su gentile concessione dell’autrice. 



Le Langhe sono forse più frequentate oggi dalla fauna selvatica, rispetto a cinquant’anni fa. Se vi capita di fare due parole con un cacciatore, questo vi confermerà che di cinghiali se ne vedevano pochi, e i caprioli proprio non c’erano. In compenso in inverno si cacciavano lepri e starne. Sono proprio gli ungulati ad aver aumentato la popolazione in modo esponenziale negli ultimi anni, a causa di interventi umani, talvolta discutibili. È questo il caso dei cinghiali, introdotti proprio dai cacciatori a scopo venatorio.

In realtà, si tratta di ibridi (cinghiali di provenienza straniera, incrociati con il maiale domestico per incentivare la prolificità), che si sono dimostrati assai dannosi per le coltivazioni. Non è nemmeno troppo difficile vederli, anche se gli incontri avvengono prevalentemente nelle ore notturne. Ben evidenti sono i segni del loro passaggio, soprattutto dove ristagna l’acqua. Qui si rotolano creando vere e proprie vasche di fango (insogli).

Sono ben visibili anche le tracce di grufolio, dove i cinghiali scavano e sollevano il manto erboso per trovare tuberi e larve. Sulle cortecce degli alberi, usate come grattatoi, si possono notare gli scortecciamenti. Non è invece difficile sorprendere un gruppo di caprioli al pascolo e vederli fuggire a gambe levate, eleganti e leggeri. La popolazione attuale di questi ungulati è in forte espansione, e trova ambienti adatti nelle zone di confine tra bosco e coltivi, e nelle boscaglie che hanno invaso gli incolti. Certo non disdegnano i noccioleti, dove arrecano non pochi danni. Il loro aumento è la causa diretta dell’espansione del lupo, che ha nel capriolo la principale fonte di alimentazione. […]

Lepre Langhe

Altro animale di cui è facile rilevare la presenza anche solo camminando su un sentiero è il tasso: oltre alle caratteristiche impronte (simili a una piccola mano, con ben visibili le unghie), a volte si scopre la tana, o uno degli ingressi della tana. Più difficile vedere o notare i segni lasciati dai numerosi piccoli roditori, dai ghiri ai moscardini, agli scoiattoli. Se ne accorgono invece molto bene i produttori di nocciole, che subiscono un calo fisiologico della loro produzione, a causa degli inevitabili furti.

Tra i mammiferi meno timidi, la volpe si vede anche in pieno giorno, persino vicino alle cascine, soprattutto se queste sono dotate di un pollaio. Uno sguardo al cielo non lascia delusi: il volteggiare delle poiane è una costante, e non sono questi gli unici rapaci presenti. Il gheppio si riconosce dal colore rossiccio e dal fatto che riesce a stare perfettamente fermo per qualche secondo, prima di volare in picchiata verso la preda.

Dal suo canto si può solo immaginare l’assiolo, presente nel bosco, o il succiacapre, dallo straniante richiamo notturno. Anche gli allocchi sono talvolta visibili di notte, quando si posano sui pali della luce. Impossibile ricordare tutte le specie di uccelli che allietano il giorno con il loro canto, ma tra questi vale la pena ricordare il gruccione, ben riconoscibile per i colori vivaci e il volo agile, simile a quello delle rondini. Incontro fortunato quello con l’upupa, dallo splendido piumaggio. Una menzione è necessaria anche per i rettili, ben rappresentati dal biacco (innocuo) e dalla vipera, serpente velenoso ma di fatto non pericoloso; in genere se ne va lentamente per la sua strada, visto che non ama la presenza umana e non è aggressiva.

Una bella sorpresa su un sentiero è sorprendere un ramarro al sole: la bella lucertola dai colori sgargianti si lascerà osservare facilmente.

Alla scoperta delle Langhe

L’autrice
Roberta Ferraris

Dal 1994 si occupa di turismo sostenibile e collabora con vari editori, fornendo testi foto e illustrazioni ad acquerello. Nelle pubblicazioni di cui è autrice propone la conoscenza del territorio, soprattutto italiano, con particolare attenzione al paesaggio naturale e agricolo. Ne suggerisce la conoscenza lenta, a piedi, in bici o con i mezzi pubblici. Vive e lavora in una cascina in Alta Langa. Usa la tecnica dell’acquerello su carta e predilige soggetti botanici: specie spontanee dei luoghi dove vive o che visita, oppure piante alimentari della nostra tradizione gastronomica.

Web: www.disegnonaturalistico.it

 

La casa editrice
Fusta Editore

Fusta Editore nasce nel 2002 a Saluzzo, ai piedi del Monviso: posizione che ha piacevolmente caratterizzato il loro modo di fare libri. È dall’orgoglio di essere saluzzesi e dalle origini di lavoratori nel Marchesato che hanno tratto lo spirito per affrontare e far affrontare agli autori la pagina bianca.

Web: www.fustaeditore.it